La Chiesa cattolica è preoccupata per l’alto rischio di coronavirus in Bangladesh
Secondo i vescovi, il timore nasce dal fatto che il Paese è povero e molto popoloso. “Abbiamo inviato opuscoli ai sacerdoti in modo che possano spiegare domenica all'omelia come le persone si possono proteggere”.
Dhaka (AsiaNews) - La Chiesa cattolica del Bangladesh, preoccupata per l’alto rischio che corre il Bangladesh per il coronavirus, sta intraprendendo alcune iniziative.
Ieri i media locali hanno riferito di un bangladeshi infettato in Italia. Secondo l'ambasciatore cinese, lo screening è inadeguato, mentre gli Stati Uniti mettono il Bangladesh tra i 25 Paesi ad alto rischio.
Il dr. Edward Pallab Rozario, segretario della Commissione episcopale per l'assistenza sanitaria (EC-HC), ha detto ad AsiaNews: “I vescovi cattolici sono molto preoccupati per l’epidemia del coronavirus. Di recente ci siamo riuniti per discutere della questione e abbiamo espresso le nostre preoccupazioni, perché il Bangladesh è un paese troppo popolato, se il coronavirus entra in Bangladesh, danneggerà gravemente le persone. E in quanto Paese povero, non abbiamo molte possibilità di proteggerci”.
Il Dr. Edward, che è anche coordinatore della salute di Caritas Bangladesh, ha aggiunto che la Chiesa cattolica del Bangladesh ha preso un'iniziativa per proteggere dal virus: “Abbiamo inviato opuscoli ai sacerdoti in modo che possano spiegare domenica all'omelia come le persone si possono proteggere dal coronavirus . Inoltre, la Caritas Bangladesh ha oltre 3000 dipendenti, che sono informati. Il personale della Caritas sta facendo sapere alle persone come proteggersi dal virus”.
Il dottor Edward ha ricordato che un buon numero di cristiani vive in Cina, Italia, Iran e Corea del Sud. “Potrebbero venire in Bangladesh. Questa epidemia può scoppiare in qualsiasi momento”.
In Bangladesh, anche la popolazione è preoccupata per l'epidemia. Si indossano mascherine per proteggersi. Alcune persone non escono se non ne hanno bisogno. "Per vedere l’epidemia del coronavirus in TV, non esco di casa se non ho alcun lavoro di emergenza", ha detto Shaphaly Corraya, una domestica di Dhaka.
Meerjady Sabrina Flora, direttrice dell'Istituto di epidemiologia, controllo e ricerca sulle malattie, ha dichiarato: "Siamo stati costretti ad agire con urgenza per adottare misure preventive contro l’alto rischio di diffusione del coronavirus”.
Anche gli Stati Uniti e la Cina hanno espresso preoccupazione per il Bangladesh, perché è ad alto rischio di diffusione del coronavirus, che finora ha colpito 73 Paesi compresa la vicina India, uccidendo circa 3.000 persone in tutto il mondo e infettando oltre 90.000 persone.
Li Jiming, ambasciatore cinese in Bangladesh, ha dichiarato ieri che il Bangladesh è ad alto rischio di infezione da coronavirus che si sta diffondendo nei Paesi vicini. Ha espresso insoddisfazione per il fatto che sono sottoposti a test solo i cinesi che vengono in Bangladesh. "A quanto pare – ha sostenuto - anche altre persone che vengono dall'estero dovrebbero essere sottoposte a test”. L’ambasciatore stava parlando al sito del progetto Padma Bridge Rail Link a Keraniganj.
In Bangladesh, come da dichiarazione del governo, nessuno è stato colpito dal coronavirus. Le persone pregano in chiese e templi.
La Commissione episcopale per l'assistenza sanitaria ha l’obiettivo di indicare le politiche per il ministero della Chiesa nella sanità; proclamare il Vangelo dell'amore e della misericordia di Gesù nel servizio ai malati; diffondere, spiegare e difendere gli insegnamenti della Chiesa in materia di salute e collaborare alla formazione cristiana e professionale degli operatori sanitari cristiani: medici, infermieri e altri.
30/07/2019 09:59